Il Mazzamauriello è uno spiritello diffuso in molte regioni centro meridionali. È un folletto domestico, agile, dispettoso e molto furbo. Di notte si diverte a disturbare il sonno delle persone producendo rumori in casa: cigolii di porte, colpi sordi alle pareti, finestre che sbattono, fischiettii alle orecchie.
Alcuni dicono che il suo nome derivi proprio dall’unione di mazza (colpo) e mauriello (murello, piccolo muro), per la sua passione nel fare un sacco di rumore, altri invece che derivi da mazza (ammazza) mauriello (morello, moro inteso come Saraceno, quindi nemico e invasore). Qualunque sia l’origine, fatto sta combina un sacco di dispetti a chi si comporta male con lui e invece porta tanta fortuna a chi lo tratta bene, e il fatto che resti un sacco di tempo in una casa coincide spesso con lunghi periodi di prosperità e buona sorte.
Molte sono le origini date a questo birbante folletto che girava spesso nelle campagne beneventane e molisane, ma quella che conosco io racconta di una fanciulla bellissima, dai capelli del colore dell’oro, di nome Caterina, o Cat’rinella per gli amici. Questa fanciulla un giorno conobbe un giovinetto del suo paese, un tal Stefano, o St’faniell’, sempre per gli amici, e si innamorò perdutamente di lui. E anche lui si innamorò di lei.
I due innamorati si vedevano di nascosto perché la famiglia di lei nun c’aveva piacere, come si dice dalle nostre parti, che Caterina frequentasse questo ragazzo povero e senza un avvenire. E proprio una sera, mentre St’faniell’ andava nel luogo segreto dell’incontro con Caterina, i fratelli di lei lo seguirono e, in un punto isolato, lo affrontarono a viso aperto intimandogli di non vedersi più con la loro sorella altrimenti avrebbe passato guai seri.
St’faniell’ si ribellò, una parola tirò l’altra fino a quando non vennero alle mani e durante lo scontro uno dei fratelli tirò fuori un coltello e lo infilò nella pancia di St’faniello, uccidendolo.
Quando Cat’rinella scoprì l’accaduto ci rimase talmente male che impazzì, scappò da casa e per un periodo visse come una selvaggia nel bosco. Ogni tanto ricompariva in paese, e qualche volta la si vedeva prima ridere, poi piangere, poi urlare, poi correre seminuda.
Un giorno si trovò dalle parti del convento di suore che stava sulla vicina collina e bussò alla porta chiedendo qualcosa da mangiare. Le suore la accolsero, la sfamarono, la curarono e la fecero vivere insieme a loro.
Dopo qualche mese Cat’rinella diede alla luce un bambino, che però aveva un po’ di difetti fisici: aveva la testa grosso, il naso lungo e schiacciato, le labbra sporgenti, gambe corte e storte. Ma le suore lo presero in simpatia e sin da piccolo lo vestirono come un piccolo monaco, facendogli indossare una specie di saio e un berretto rosso.
Diventato più grandicello, il bambino stava giocando nei pressi del convento e giocando giocando arrivò vicino alla casa di una giovane sposa e, notando la porta aperta, entrò in casa. La giovane sposa fu talmente spaventata che urlò a squarciagola, attirando i vicini i quali, vedendo il bambino, lo ritennero di cattivo augurio e iniziarono a picchiarlo. Lo picchiarono così tanto che alla fine il bambino morì.
Non fu neanche seppellito e il suo spirito si trasformò in un folletto che prese il nome di Mazzamauriello e da allora gira spesso nelle case, facendone spaventare gli abitanti che lo trattano male e portando fortuna a quelli che lo trattano bene.
Non fu neanche seppellito e il suo spirito si trasformò in un folletto che prese il nome di Mazzamauriello e da allora gira spesso nelle case, facendone spaventare gli abitanti che lo trattano male e portando fortuna a quelli che lo trattano bene.
Scritto da: giancarlo ferrucci
Foto: https://laterrainmezzo.altervista.org/
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